26 ottobre 2013: Parole e locuzioni da mettere al bando
Il 22 ottobre ho pubblicato questa riflessione in Facebook: «L’espressione “nella misura in cui”, che furoreggiava ai tempi della mia giovinezza, ora è morta e sepolta. Moriranno anche “vincere le sfide”, “fare rete”, “assolutamente sì”, “il problema è un altro”. Compariranno purtroppo nuove espressioni alla moda, altrettanto vuote e banali. Un dovere morale e civile: coltivare un linguaggio semplice, naturale, schietto, soprattutto preciso».
Molti amici hanno lasciato un loro commento a questa mia riflessione. Ciascuno ha voluto indicare una o più locuzioni che gli piacerebbe mettere al bando. Altri amici, che non hanno alcuna dimestichezza con Facebook ma che hanno saputo della mia riflessione, e dei commenti che ne sono seguiti, leggendo nel giornale «L’eco di Bergamo» del 24 ottobre l’articolo di Carlo Dignola dal titolo È diventato un dovere civile parlare bene, incontrati in questi giorni, mi hanno anch’essi segnalato le parole e le locuzioni che più detestano.
Decido dunque di farne un elenco in ordine alfabetico: preziosa testimonianza degli usi linguistici degli Italiani, anno 2013.
– a 360 gradi
– attimino
– accattivante
– assolutamente sì
– assolutamente no
– cantierabile
– ciao, come va? Tutto bene? Sì, dai…
– criticità
– è carinissimo
– eccellenza del Paese
– e mi fa…
– evento
– fare rete
– fragilità
– il problema è un altro
– importante
– location
– lo trovo carino
– mettersi in rete
– mission
– nel merito e nel metodo
– OK
– perfetto
– piuttosto che
– quant’altro
– senza se e senza ma
– siete un mito
– sinergie
– territorio
– tipo
– vincere le sfide