4 maggio 2013: Visita della Collezione Rosengart a Lucerna
Lucerna. Visita della Collezione Rosengart allestita stupendamente nel palazzo che fu della Banca Nazionale Svizzera in Pilatusstrasse, costruito in stile Art-Deco nel 1924, ristrutturato a fini espositivi dall’architetto svizzero Roger Diener con mantenimento dell’ornamentazione originaria, pavimenti in pietra grigia, pareti bianche con zoccolino in marmo. Semplice ed essenziale eleganza. La luce naturale che viene dalle grandi finestre con tende bianche, mista alla luce artificiale riflessa dal bianco soffitto, procura nelle sale una illuminazione uniforme, chiara, senza ombre, ottimamente adeguata alla visione delle opere esposte. Di sobria raffinatezza l’allestimento delle opere di Picasso al piano terreno, tra i più riusciti allestimenti d’opere d’arte che ho visto finora. Esemplare e raro caso di un architetto che si mette al servizio delle opere di un grande artista, non che usa le opere come pretesto per mettere in mostra se stesso (dello stesso architetto il Centro PasquArt di Bienne, l’ampliamento del Museo di Scienze Naturali di Berlino, l’Università di Malmö in Svezia, il villaggio olimpico di Torino, l’ampliamento della sede dell’ambasciata svizzera a Berlino, il Migros Center di Lucerna).
Acquistato il catalogo della collezione, edito nel 2002. Tre nuclei fondamentali: pittori moderni al primo piano, Klee (120 opere) nel piano interrato, Picasso al piano terreno: è anche questa la sequenza delle opere illustrate in catalogo.
Al primo piano: Monet, Neve ad Amsterdam, 1874; Dorso nudo di Renoir, 1879, piccolo delizioso pastello; Natura morta con limone di Cézanne, circa 1879, e dello stesso un bel paesaggio L’Estaque, il villaggio e il mare, circa 1882; due piccoli studi di Seurat, 1883-1884; Utrillo; ritratto di Henri Laurens seduto di Modigliani, 1915; Léger prima maniera (che preferisco), Contrasto di forme, 1913; nature morte di Braque: Bicchiere e frutti, circa 1922, e Brocca con edera, del 1950, bianco su nero; natura morta con limoni di Matisse, 1943; Miró; Marino Marini Ritratto di Siegried Rosengart; vari Chagall, molto bello La sera alla finestra 1950, esposta anche la tavolozza dedicata da Chagall ai Rosengart l’8 dicembre 1958.
Picasso, al piano terreno, è rappresentato con straordinarie opere dell’ultimo decennio, ma non mancano dipinti che testimoniano i tratti essenziali delle diverse fasi della sua attività. L’amicizia e la reciproca stima che unirono i Rosengart a Picasso sono all’origine della qualificata scelta di opere del pittore spagnolo fatta dai due collezionisti, da Siegfried Rosengart padre (1894-1985) e dalla figlia Angela. Per chi ama Picasso è d’obbligo un viaggio a Lucerna. Del primo periodo cubista Violon au café, 1913. Belli La tavola davanti alla finestra del 1919, acquerello su carta, e la Natura morta con chitarra del 1922 (ho una predilezione per queste nature morte di Picasso degli anni Venti – eccezionale quella della Fondazione Beyeler, La bottiglia di vino del 1926 – nello stile del cubismo sintetico, di piatte forme colorate disposte in modo semplice e regolare, con opposizione di toni caldi e freddi, spesso su fondi scuri, i precedenti di questo stile i papiers collés). I ritratti di Marie-Therèse, di Dora Maar e poi quelli di Jaqueline degli anni Sessanta (bellissimo il Busto di donna /Jacqueline del 1963) sono tra le creazioni più belle di Picasso, per la magica fusione di fantasia e realismo, originalità di linee, intensità d’espressione, eleganza del colore che contrasta con le marcatissime pennellate nere di contorno (in Picasso, virtuoso del disegno, il colore è sempre subordinato alla linea). La collezione Rosengart offre l’occasione di approfondire la conoscenza dell’ultima, sconvolgente fase dell’attività di Picasso, fine anni Sessanta, primi anni Settanta (Picasso muore nel 1973), qui rappresentata da quattro grandi tele (Uomo con la pipa 1968, Gentiluomo con pipa e fiori 1968, Nudo davanti a uomo con la pipa seduto 1968, Personaggio rembrandtiano e Amore 1969), dove il colore è utilizzato in contrasti estremamente vivaci arancione-blu, rosso-giallo, posato a numerosi strati, pennellate febbrili, senso drammatico nell’espressione degli occhi, essenzialità della linea sgraziata, angolosa, che deforma la realtà: un’inverosimile energia, un flusso generoso di vita guidano la mano, il tempo stringe e il pittore non ha ancora detto tutto quello che aveva da dire. Su questa ultima fase di Picasso è stata fatta una mostra nel 1981 al Kunstmuseum di Basilea Picasso das Spätwerk (vi erano esposti tre dei dipinti dei Rosengart) e ancora una mostra al Guggenheim di New York nel 1983 Picasso. The Last Years. Cercare i cataloghi.
Al piano interrato 120 opere di Klee, di diversa tecnica e dimensione (ma prevale sempre il piccolo formato), cedute dalla vedova dell’artista ai Rosengart subito dopo la seconda guerra mondiale: erano tutte appese su triplice fila nella casa bernese di Klee, morto nel 1940. Per capire e ammirare Klee serve un occhio innocente e paziente: si devono cogliere le infinite variazioni di una stessa poesia, ognuna con un suo timbro e un suo sentimento. Dove è la poesia? Nel sottile, umile segno che crea ritmi, spazi, figure; negli armoniosi, tenui e delicati passaggi di colore, tessere che si accostano, variando nei toni, come fughe musicali; nelle geometrie che danzano come grazia in movimento; nei misteriosi viventi che abitano questo mondo fantastico, assoluto e puro. Ammirati gli acquerelli del viaggio in Tunisia del 1914: St. Germain presso Tunisi, n.1146; Due acquerelli orientali, n. 1165; e poi C’era un bimbo che non voleva, 1920, n. 2433; Ascona, 1920, n. 2505; Ricordo di un’avventura in una notte di novembre, 1922 n. 2914; Pesci, 1925, n. 3686; Paesaggio cristallino, 1929, n. 4831; Bergdorf, 1934, n. 6747; Pesci, 1940, ultimo anno di vita del pittore, n. 8809.
Picasso, Natura morta con chitarra, 1922. Picasso, Busto di donna (Jacqueline), 1963.
Klee, St. Germain presso Tunisi, 1914. Una sala con i Picasso del Museum Sammlung Rosengart di Lucerna