3 maggio 2013: Der Spaziergang, la passeggiata
Provo sempre una piacevole sensazione di benessere fisico tutte le volte che posso fare, come in questi giorni nel Cantone di Basilea, lunghe passeggiate nel ridente paesaggio del Mittelgebirge, quella stupenda regione nel cuore d’Europa, di dolci e ondulati rilievi, che dai cantoni svizzeri si estende sino alle nordiche pianure tedesche. Si attraversano boschi fitti e odorosi, si riesce su floridi prati che in questa stagione sono colorati del giallo luminoso del tarassico, si passa davanti a linde fattorie che hanno negli orti i primi fiori, ci si disseta a belle fontane di raccolti villaggi, si scende in cupi valloni percorsi da acque limpide, si risale alla sommità d’una collina donde lo sguardo spazia su fughe di monti coronati di scure abetaie: all’orizzonte le Alpi Bernesi, il Giura, la Foresta Nera. Nell’aria si disperde il canto accorato del cuculo, e non sai donde viene. Si cammina ore e ore, e non ci si stanca mai. Quale intima pace, quale conforto!
Ogni volta che mi trovo qui, mi afferra la memoria delle lunghe passeggiate con mio padre. Da Steinmaur, nel Canton Zurigo, si andava sino a Kaisersthul, dove sedevamo a lungo a guardare la placida corrente del grande Reno, si saliva a Regensberg, si scendeva a Wettingen, si raggiungeva Baden. Ho preso da mio padre il gusto e la passione per lo spazieren, come diceva lui: spazieren, spazieren! passeggiare, che è una delle caratteristiche più belle del costume svizzero. Spaziare, dal lat. spatiari, col significato di passeggiare è anche nel Boccaccio (Decameron, VI giornata, Introduzione: “su per la rugiada spaziandosi, s’allontanarono”). Ho affinato il gusto e accresciuta la passione per lo Spaziergang con la lettura di Goethe, Hölderlin, Heine, Gotthelf, Keller, Stifter, Bonhoeffer, Walser, tutti innamorati del Mittelgebirge, un luogo della loro anima e della mia. È stato Bonhoeffer, che io leggevo per la sua teologia, a farmi conoscere Stifter e Gotthelf.
Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa, Milano, Bompiani, 1969, p. 186: «Il Mittelgebirge è per me la natura vera, quella che mi appartiene – lo Harz. La Selva della Turingia – i monti del Weser – e che ha contribuito a formarmi. Certo, esiste uno Harz piccolo-borghese e una versione da giovane esploratore dei monti del Weser, così come esiste una Engadina mondana e una nietzschiana, una Renania romantica, un Baltico berlinese e una povertà e una tristezza coquette, tipo capanna da pescatore. Così il “mio” Mittelgebirge forse è quello “borghese” (nel senso di spontaneo, non esaltato, modesto e pago di sé, senza pretese ideologiche, soddisfatto delle cose concrete, e soprattutto nel senso del “non-darsi-a-conoscere-all’esterno”)». Bonhoeffer, lettore appassionato di Gotthelf e Stifter.
Robert Walser, La passeggiata, Milano, Adelphi, 2002, pp. 64-65: «L’andare a spasso non è per me solo salutare, ma anche profittevole, non è solo bello ma anche utile. Una passeggiata mi stimola professionalmente, ma al contempo mi procura anche uno svago personale; mi consola, allieta e ristora, mi dà godimento, ma ha anche il vantaggio di spronarmi a nuove creazioni, perché mi offre numerose occasioni concrete, più o meno significative, che, tornato a casa, posso elaborare con impegno. Ogni passeggiata è piena di incontri, di cose che meritano d’esser viste, sentite. Di figure, di poesie viventi, di oggetti attraenti, di bellezze naturali brulica letteralmente, per solito, ogni piacevole passeggiata, sia pur breve. La conoscenza della natura e del paese si schiude piena di deliziose lusinghe ai sensi e agli sguardi dell’attento passeggiatore, che beninteso deve andare in giro ad occhi non già abbassati, ma al contrario ben aperti e limpidi, se desidera che sorga in lui il bel sentimento, l’idea alta e nobile del passeggiare».
Paesaggio nel Cantone di Basilea-campagna