28 aprile 2013: Letteratura e verità
Iniziata la lettura di Corrado Alvaro, La vita breve, e abbandonata dopo una ventina di pagine. Non mi soddisfa lo stile e non accetto, sarò un cocciuto aristotelico, la mancanza di verosimiglianza. Questo bambino (ragazzo? Non si capisce mai l’età…), Rinaldo, pensa, immagina, sente come fosse un piccolo Freud: no, non è possibile; i turbamenti sessuali di un ragazzino non vanno espressi infarcendogli il capo di tutto l’armamentario psicoanalitico. Come è più vero il Carlino di Ippolito Nievo nelle sue prime, pure problematiche, relazioni affettive con la Pisana!
Al principio di verosimiglianza, che non esclude affatto il valore dell’immaginazione e del fantastico, associo tutto quanto attiene all’unità formale di un’opera d’arte (Orazio, De arte poetica), all’esattezza dell’espressione (Calvino, Lezioni americane), alla rappresentazione della vita, che non vuol dire assolutizzare un’estetica verista.