18 aprile 2013: Le preghiere di Socrate e di Orazio

Due preghiere, quella di Socrate, che chiude il Fedro di Platone e quella di Orazio nelle Ep. I, 18.
Socrate: «O caro Pan, e quanti altri dèi qui dimorate, fate che io sia bello di dentro, e quanto all’esterno che esso s’accordi con ciò che è nel mio interno. Che io ritenga ricco chi è sapiente e che di denaro ne possegga solo quanto non ne può prendere e portare altri che il saggio. C’è altro da chiedere, Fedro? Per me ho chiesto abbastanza». Fedro: “Associa anche me in questa preghiera, perché i beni degli amici sono comuni”.
Orazio: «Che io conservi quel che ora possiedo, e anche qualcosa di meno, e quel tanto di vita che mi rimane (se pur piace agli dèi che me ne rimanga) io lo viva per me: che abbia libri in abbondanza, e grano bastante per tutto l’anno: né l’animo mio ondeggi sospeso nella speranza d’un incerto domani».