1 novembre 2012: Nell’arte della pittura più del soggetto conta il modo della sua interpretazione
È sorprendente constatare quanto c’è di ripetitivo, se stiamo ai soggetti, nella storia della pittura. Anche nella iconografia sacra non si è andati oltre a una cinquantina di temi, riproposti per secoli, a fronte di una sterminata varietà di vicende e di personaggi se solo pensiamo all’Antico Testamento. Forza della consuetudine, secolari abitudini devozionali, conservatorismo dei committenti, tradizioni di bottega, sicurezza del noto e del certo sono fattori che possono aver favorito il perpetuarsi di temi figurativi.
Questa ripetitività di soggetti è sicuramente uno dei motivi che spiega quel senso di noia e di stanchezza che vediamo sui volti di molti visitatori aggirantisi per le sale dei musei. Basta poco per immaginare quel che vogliono dire: «Ma sempre santi, martiri, madonne col bambino, natività, ultime cene ecc. e poi veneri, cleopatre, giuditte, susanne, sempre le stesse cose, e poi le solite nature morte, con gli stessi fiori per sale e sale, vasi, bottiglie, bicchieri, l’immancabile coltello in bilico sul tavolo, e uve e cocomeri e pesci ecc. e poi sempre gli stessi paesaggi con pastorelle e pecore e mucche all’abbeverata ecc. ecc.
Al confronto con la pittura, la letteratura ha trattato, non c’è alcun dubbio, una varietà infinita di soggetti, basti pensare al genere narrativo. Se consideriamo tuttavia la cosa più a fondo, con più circospezione, la constatazione appena fatta non può che essere la riprova di una certa indifferenza della pittura verso il soggetto.
Per il pittore il soggetto non è assolutamente la cosa più importante. Il pittore è interessato al modo di interpretare il soggetto (la realtà, il mondo) e qui sta la sua genialità, il valore della sua immaginazione, la sua vena poetica. La preoccupazione del pittore non sta nell’inventare cose nuove ma nell’interpretare in modo sempre nuovo cose vecchie, che il più delle volte gli sono offerte dalla tradizione.
Le nature morte di Picasso raffigurano il solito grappolo d’uva, le solite arance, la solita fruttiera, la solita bottiglia ecc. come era stato nelle nature morte per tre secoli, ma il modo di rappresentazione (composizione, forme, linee, colori, luce ecc.) è di una assoluta, fantastica, rinnovantesi poesia.
Luis Meléndez, Natura morta con arance, 1760-1765 Pablo Picasso, Natura morta con arance, 1929 (Collezione privata)
(Kimbell Art Museum)