20 febbraio 2015: Genealogia e mappa delle nostre letture
Possiamo leggere per due motivi. Ci sono letture cosiddette professionali, che facciamo nell’ambito di una ricerca con l’obbiettivo di produrre una pubblicazione che verrà ad arricchire, si spera con originalità, la bibliografia dell’argomento di cui ci occupiamo. Traccia della genealogia di queste letture è nelle note bibliografiche.
Ci sono letture che facciamo per il puro piacere intellettuale che esse procurano, per desiderio di conoscenza, per amore di cultura, per affinamento del nostro gusto letterario. Sono dell’avviso che tra letture professionali e quest’ultime debba sempre esserci un legame, una benefica osmosi, un reciproco dare e ricevere, come tra lavoro di ricerca e vita, nell’ideale composizione a sintesi di tutte le nostre attività spirituali.
Ritengo dunque un bene, so che altri pensano diversamente, evitare anche nell’esercizio delle nostre letture non professionali casualità e improvvisazione, ambedue indizi di passività e cause di uggiosa inconcludenza. Come? Curando, anche di queste letture, la genealogia, che è conoscenza amorosa delle ascendenze: “vagliami ‘l lungo studio e ‘l grande amore che m’ha fatto cercar lo tuo volume”.
Arriviamo solitamente alla lettura di un libro per tre vie: può avercelo segnalato un autore, un amico, una recensione. Io prediligo la prima. Deve certo trattarsi di un autore, sia egli poeta, narratore, pensatore, saggista, che amo, di cui ho letto testi che mi hanno colpito, suggestionato, impegnato il pensiero. Autori che sono consiglieri e maestri: le loro letture diventano le mie. Nella maggioranza dei casi la genealogia delle mie letture appartiene a questo ramo. Esempi recentissimi: sono arrivato a Theodor Fontane da Thomas Mann; a Walter Scott da Charles Nodier; a Knut Hamsun da Hermann Hesse. I percorsi o le peregrinazioni delle mie letture disegnano una mappa in cui le località sono nomi di grandi autori: nell’intrecciarsi delle molte vie queste località possono essere d’arrivo, di partenza, di passaggio, a seconda dei tempi e dei programmi del viaggiatore. Più spesso sono nel contempo località d’arrivo, di partenza e di passaggio.
Perché la mappa prenda forma è opportuno tenere nota delle nostre letture, come fa l’esploratore di terre ignote. Bastano pochi dati, che possiamo apporre al frontespizio: data e luogo di acquisto del libro, data di lettura (che non coincide sempre con la prima), nome dell’autore (e testo) che ha originato quella lettura oppure nome dell’amico o conoscente o recensore (dove?) che ci ha segnalato il libro. Se l’opera che leggiamo è stata presa in prestito in biblioteca, annoteremo i dati nel diario delle nostre letture.