6 ottobre 2012: Fiori gialli di topinambur
Tra le varie tonalità di giallo oro che colorano l’autunno (l’autumnus varius di Orazio, Odi II, 5, 11-12) spicca quella di un fiore d’alto fusto che compare tra settembre e novembre in terreni incolti, cumuli di macerie, argini di fossati. Tanto bello è il fiore altrettanto squallido è il sito dove spesso cresce. Se avete occhi attenti e curiosi potete scorgere in queste settimane fioriture rigogliose. Salendo ieri alla chiesetta di San Rocco a Ranica, attratto dal bellissimo colore mi sono avvicinato a questo fiore per osservarlo bene, per la prima volta, da vicino.
Ho fatto una breve ricerca: è l’Helianthus tuberosus L., volgarmente conosciuto come topinambur, rapa tedesca, pera di terra, carciofo di Gerusalemme, girasole tuberoso, girasole del Canada. Diffusa in Europa a metà Cinquecento proveniente dal nord America, dove cresceva spontanea in vaste praterie, è una pianta tuberosa, alta anche due metri, ramosa, con l’infiorescenza a capolino. I tuberi, che si raccolgono in inverno dopo che la parte aerea della pianta è seccata, si consumano crudi oppure cotti con altre verdure. Dal Dizionario della cucina bergamasca di Silvia Tropea Montagnosi, Bergamo, Bolis, 2010, p. 340: “[i tuberi] sono ottimi lessati e conditi con olio, aglio e prezzemolo oppure con una salsa preparata con olio, aglio orsino, prezzemolo, tuorlo d’uovo e panna frullati”. Prelibatezze della cucina povera. Quest’inverno proviamo i tuberi del topinambur?