13 settembre 2012: Lo spirito del Concilio nella mente di papa Giovanni XXIII
Inaugurata oggi allo Spazio Viterbi della Provincia, in Via Tasso a Bergamo, la mostra Lo spirito del Concilio nella mente di papa Giovanni XXIII, organizzata e curata dalla Fondazione Papa Giovanni XXIII in occasione del 50° di apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. Sono esposti documenti, in originale e in copia, provenienti dal Fondo Angelo Giuseppe Roncalli custodito presso la Fondazione, cui è stato donato da Sua Eccellenza Mons. Loris Francesco Capovilla.
Si accompagna alla mostra un Catalogo (Edizioni Studium – Roma, ISBN 978-88-382-4198-7), che commenta e pubblica i 36 documenti esposti, alcuni dei quali inediti. Il Catalogo è a cura di Goffredo Zanchi e di Francesco Mores. A loro mi sono affiancato nel lavoro preparatorio di selezione dei documenti da esporre e della scelta dei criteri da seguire per la loro illustrazione e pubblicazione. La mostra, oltre agli scopi indicati nell’Introduzione al Catalogo da Goffredo Zanchi, ha anche quello di offrire al pubblico una prima, concreta presentazione dei risultati del lavoro di ordinamento e inventariazione della carte del Fondo Roncalli, che il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, non appena insediato nel 2010, ha assunto come uno dei suoi principali compiti istituzionali.
I documenti sono esposti in mostra e illustrati nel Catalogo in ordine cronologico. I visitatori e i lettori possono così seguire, passo dopo passo, nella loro successione temporale, fatti, incontri, discussioni, proposte: che è il modo migliore per cogliere lo spirito vivo col quale, nella mente di papa Giovanni, il Concilio ha preso progressivamente forma e sostanza. Sotto il profilo degli studi roncalliani legati al Concilio sono questi, in estrema sintesi, i risultati conseguiti dalla ricerca di Zanchi e Mores:
1. Papa Roncalli vuole un Concilio vero, partecipato, sentito dai vescovi che devono esserne i protagonisti e che dovranno esserne i primi interpreti con la loro azione pastorale.
2. Il rinnovamento (o l’aggiornamento) non riguarda la dottrina (non sarà un Concilio che promulgherà nuovi dogmi) ma il modo (linguaggio, gesti, simboli, azione, ecc.) di comunicarla nel mondo contemporaneo.
3. Nell’aggiornare il modo di comunicare le verità di fede la Chiesa deve ripensare anche al suo modo di essere nel mondo (Gaudium et Spes).
4. Volendo perseguire questa linea papa Roncalli appoggia, con discreta determinazione, il gruppo di cardinali, vescovi e teologi che critica l’iniziale impostazione conservatrice dei lavori conciliari, e che propone (Suenens, Léger, Montini…) nel maggio 1962 un nuovo piano organico dei lavori che si basa su una duplice considerazione: a) schemi di discussione sul mistero della Chiesa e i suoi specifici ministeri (Ecclesia ad intra); b) schemi di discussione che trattano i rapporti della Chiesa con la società contemporanea (Ecclesia ad extra).
5. Gioca un ruolo determinante nella fase di passaggio da una impostazione dei lavori conciliari all’altra l’apertura ecumenica, con la istituzione di un Segretariato per l’unità dei cristiani, proposta dal card. Agostino Bea e subito accolta da papa Roncalli l’11 marzo 1960: l’idea e la volontà sottese a questa apertura e l’istituzione del Segretariato sono concrete testimonianze di che cosa il Concilio è (o dovrebbe essere) nella mente di papa Giovanni.
Questi punti non sono nuovi agli studi. Altri li hanno già indagati. Le carte conservate nel Fondo Roncalli della Fondazione di Bergamo non fanno che confermarne la rilevanza, aggiungendo materia nuova (fonti inedite) in particolare per lo sviluppo dei punti 4 e 5.
Papa Giovanni Presiede la Commisssione centrale di coordinamento incaricata di predisporre i nuovi schemi per la seconda sessione conciliare, 28 marzo 1963 (Pontificia Fotografia Felici)