20 giugno 2012. Ancora su Eckhart e Kant

La contemplazione di Dio per essere veramente autentica, religiosa contemplazione (l’esperienza dei grandi mistici) deve assolutamente escludere un personale ‘nostro’ interesse per l’esistenza di Dio (un’esistenza ‘interessata’, un Dio per noi, un Dio padre misericordioso, un Dio che premia, un Dio che ci salva ecc. ecc.). La contemplazione di Dio esige un atto puro, nel senso che non vi dovrebbe entrare alcun interesse personale per l’esistenza di Dio, che sarebbe uno sminuirne l’assoluta potenza, libertà e felicità.
La contemplazione di Dio è del genere del giudizio estetico, nel quale non può entrare alcun interesse circa l’esistenza dell’oggetto in rapporto al contemplante, ma solo la bellezza libera, disinteressata della forma.
Kant: “La bellezza è la forma della finalità di un oggetto, in quanto questa vi è percepita senza la rappresentazione dello scopo” (Critica del giudizio, P. I, Sez. I, lib. I, 17). La religiosità di Epicuro.