15 giugno 2012: Come ordinare la biblioteca?

La nostra biblioteca familiare conta circa 6.000 volumi. Riflette nei titoli le tappe della mia carriera scolastica, universitaria e postuniversitaria, nonché i vari interessi di studio che coltivo.
Secondo l’ordine cronologico di acquisizione dei volumi, grosso modo è questa la ripartizione per temi: teologia ed esegesi biblica, opere acquistate tra gli anni Sessanta e Settanta; filosofia medievale, moderna e contemporanea, negli anni Settanta; storia medievale e moderna, negli anni Ottanta; letteratura italiana e letterature straniere, negli anni Novanta; storia della pittura (estetica, critica, artisti) a partire dal 2000 con un ritmo di acquisizione quasi frenetico.
L’ordinamento della biblioteca, di cui non ho ancora redatto un catalogo, è molto semplice, pensato per essere funzionale al facile e immediato reperimento di un titolo. Sugli scaffali i libri sono divisi per materia. All’interno di ciascuna materia i volumi possono essere disposti secondo vari criteri. Per la Storia prevale il criterio rigorosamente cronologico: si va dalla storia greca giù sino alla storia contemporanea, con l’accortezza di far precedere ogni singola età (es. età romana, medioevo, età moderna ecc.) dalle opere di carattere generale e facendo poi seguire pubblicazioni sempre più specifiche su singoli argomenti, eventi, personaggi. Per le Letterature, dopo le opere introduttive di carattere generale, la successione dei volumi segue l’ordine alfabetico degli autori, e di ogni autore prima vengono i testi, nell’ordine alfabetico dei titoli, poi la saggistica. Anche la Teologia, dopo le opere di carattere generale, segue l’ordine alfabetico degli autori, siano essi cattolici o protestanti (ecumenismo militante!); mentre all’Esegesi biblica e alla Storia della Riforma protestante ho riservato due sezioni a parte. Nella Filosofia si segue lo stesso criterio: dopo le opere di carattere generale e la saggistica ripartita per età, vengono gli autori in ordine alfabetico. L’Arte pittorica è suddivisa nelle seguenti sezioni: a) estetica, b) storia generale, c) critica, d) tecniche, e) periodi e movimenti secondo la consolidata suddivisione manualistica, f) collezioni private (secondo l’ordine alfabetico del nome della collezione), g) musei e gallerie (secondo l’ordine alfabetico delle località di ubicazione, ad es. sotto Milano tutti i musei di Milano nell’ordine alfabetico del nome del museo), h) artisti in rigoroso ordine alfabetico, senza distinzioni di età, stili, periodi, movimenti ecc.
Con questo ordinamento, che ho riassunto per sommi capi (vi sono eccezioni e deroghe, perché è difficile incasellare i libri come fossero scatolette merceologiche), è facilissimo trovare il volume che si desidera. Liliana vuole leggere un romanzo di Hesse? Pronti: Letteratura tedesca, autori, lettera H. Tra Heine e Hoffmann trova Hesse.

Ma a volte mi vengono pensieri strambi. Quando, seduto in poltrona, osservo la biblioteca ordinata in questo modo, capisco che essa possiede una forma del tutto estrinseca, puramente funzionale, e che tutti quei libri potrebbero benissimo venire ricollocati anche in altro modo, anzi, in vari altri modi, capaci di esprimere una forma ordinatrice intrinseca, basata sulle interne relazioni di contenuto tra un volume e l’altro, sulle reciproche influenze intercorse tra gli autori, tra gli artisti, ecc. Mi rendo conto di quanto mi sarebbe allora più difficile ritrovare un’opera, ma la biblioteca prenderebbe la forma di un organismo vivente, si stabilirebbero tra le opere quei vincoli che io stesso nel mio lavoro di ricerca mi sforzo di individuare per comprendere con maggior pienezza di senso un periodo, un autore, un movimento di pensiero. Nell’attuale ordinamento, che ci stanno a fare tra loro accostati, ad esempio, Gaugin, Gentile da Frabriano, Gentileschi Artemisia? Oppure Balzac, Baudelaire, Beauvoir ? O ancora Paci, Popper, Preti, Sartre? Sono tentato di sconvolgere tutto: collocare Giotto accanto a Dante e alle opere storiche sulla Firenze tra Duecento e Trecento, e poco prima mettere la Summa di s. Tommaso, e poco dopo Petrarca, Boccaccio e naturalmente Simone Martini ecc. ecc. Ecco il mio desiderio: riuscire a dare alla biblioteca l’ordinamento che rispecchia il modo col quale io mi accosto a un tema di ricerca volendone sempre vedere le relazioni, il contesto, le influenze ecc. E allora mi dico, perché non colloco tutti i libri secondo l’ordine cronologico del loro contenuto di modo che per il Settecento tengo insieme filosofia, letteratura, arte, saggistica ecc. Oppure, perché non distribuire i libri suddivisi per le grandi regioni che sono state sorgenti di cultura e di civiltà, ad esempio la Toscana, le Fiandre, il Palatinato, la Provenza, la Catalogna, la Boemia, la Sicilia, il Brandeburgo, il Veneto, la Baviera? O perché non adottare come criterio una suddivisione per grandi centri di cultura: Atene, Gerusalemme, Roma, Bisanzio, Parigi, Berlino, Londra, San Pietroburgo ecc., e poi a seguire i centri minori: sotto Parigi troverei dalla teologia scolastica al Seicento classico, dalla filosofia dei Lumi al naturalismo letterario e figurativo di Balzac, Zola e Courbet, dagli impressionisti alle avanguardie, al maggio del Sessantotto.
Quando, seduto in poltrona, fantasticando su questi possibili riordinamenti della biblioteca, mi è capitato di parlarne timidamente a mia moglie Liliana, lei, sbigottita al pensiero di dover rimuovere 6.000 libri, col risultato certo di non trovare più, o chissà dove, Hesse, ha tagliato corto: «ma tu sei completamente matto!», complimento che qui semplifico e traduco in italiano dal ben più diretto e persuasivo idioma bergamasco.