12 ottobre 2014: L’arte è selezione e misura
Nicolas Poussin, come ho scritto sotto la data del 25 settembre scorso, approva l’idea di Chantelou di tenere coperti con tende i quadri della galleria e di mostrare alla osservazione del visitatore un quadro alla volta. L’attenzione di chi contempla i dipinti resta così meglio concentrata, non si distrae, non si stanca, ciò che avviene quando troppe cose e tutte insieme vengono messe dinnanzi all’osservatore.
Lessing nella Drammaturgia d’Amburgo, alle pp. 321-313 dell’edizione Laterza 1955 non dice cosa molta diversa quando osserva che l’arte è selezione delle nostre sensazioni, operata perché si abbia a contemplare col massimo di concentrazione l’oggetto che il nostro sentimento ha selezionato: «L’arte, infatti, seleziona realmente tutto quello che il nostro spirito seleziona o desidera selezionare nella natura, sia che si tratti di un solo soggetto, o di un complesso di oggetti diversi, secondo lo spazio o secondo il tempo, e ce lo pone sotto gli occhi, questo oggetto o complesso di oggetti, con quella chiarezza e concentrazione concessa dal sentimento che essi devono suscitare».
Analoga considerazione in Delacroix, Diario, alle pp. 948-949 dell’edizione Einaudi 2002, dove il pittore francese scrive di avere poca simpatia per quelle espressioni artistiche che prendono troppo spazio per la sensazione, per l’effetto, per la sonorità, per tutto ciò che tiene troppo occupati nello stesso tempo spirito e sensi, come avviene nello spettacolo dell’opera lirica, che stanca più presto degli altri, così come: «si è sazi rapidamente della vista di una galleria di quadri». E qui torniamo a Poussin e a Chantelou. L’eccesso di sonorità, l’esuberanza di motivi, l’abbondanza e varietà di colori costituiscono sicuramente un’attrattiva per la sensazione, ma stancano anche prima il nostro spirito, lo infastidiscono, lo sopraffanno. Kant direbbe che ciò che viene espresso in misura sovrabbondante soddisfa maggiormente i nostri sensi, è forse più godibile e più piacevole ma sicuramente è meno bello.