7 ottobre 2014: Ippocastani infestati dalla Cameraria Ohridella
Quale amarezza non vedere più, e ormai da diversi anni, quella bella corona d’oro che gli ippocastani nel loro estremo splendore autunnale disegnavano intorno all’alta e antica città di Bergamo. Le foglie di colore bruno grigiastro avvizziscono accartocciate a cominciare già da agosto. L’amico Marco Valle, direttore del Museo di Scienze Naturali Enrico Caffi, mi spiega la ragione. A partire dai primi anni Novanta ha fatto la sua comparsa nei paesi europei, diffondendosi anche nelle regioni italiane centro-settentrionali, la Cameraria Ohridella, una farfallina lunga circa mezzo centimetro. Infesta esclusivamente l’ippocastano, in particolare quello a fiori bianchi (Aesculus hippocastanum). Le femmine nel mese di maggio depongono le uova sulla pagina superiore della foglia; dalle uova escono le larve che scavano all’interno della foglia, spesso in prossimità della nervatura, gallerie (mine) lunghe fino a quattro centimetri; queste gallerie confluiscono fra loro facendo disseccare e cadere precocemente le foglie; nelle foglie cadute a terra vive l’insetto sotto forma di crisalide, che si svilupperà in esemplare adulto con l’arrivo della successiva primavera. Che cosa si può fare per contrastare l’infestazione degli ippocastani? Raccogliere e distruggere le foglie cadute a terra poiché al loro interno svernano le crisalidi del lepidottero; irrorare in aprile/maggio dopo la fioritura la chioma dell’albero con appositi preparati chimici. Oppure non fare nulla, sperando nell’azione naturale di parassitoidi e insettivori: lasciare che la natura corregga, medicando, se stessa.
Come mutano i colori della nostra vita, come tutto in natura si trasforma! Rivedremo ancora quel caldo e luminoso giallo oro degli ippocastani che fanno da corona all’alta e antica Città?