22 maggio 2012: Ancora su Calasso e Tiepolo.
Calasso assume la categoria di moderno elaborata da Baudelaire per argomentare che Tiepolo appartiene a pieno titolo alla modernità (sempre in polemica con Longhi che ascrive alla modernità il Caravaggio e la sua sola discendenza) e che se Baudelaire avesse potuto vedere nella sua vita l’opera di Tiepolo avrebbe senza alcun dubbio colto nel pittore veneziano la manifestazione più alta del suo senso di moderno.
Su queste affermazioni di Calasso, compreso anche il supposto entusiasmo di Baudelaire per Tiepolo, ho qualche dubbio, stando a quello che finora ritengo di aver compreso del concetto di moderno in Baudelaire. Per il poeta francese il pittore moderno è colui che sa cogliere l’essenza, l’eterno nel fuggevole della moda (moderno) intesa come vita attuale, vita di adesso, dell’ora presente con tutti i suoi caratteri di contemporaneità vissuta. Nell’opera d’arte c’è dunque compresenza di fuggevole e di essenza, che è l’universale che permane. L’arte per metà è il contingente, il transitorio, per l’altra metà l’eterno, l’immutabile. Baudelaire è quindi lontano sia da una estetica realistica e verista, sia da una estetica astrattamente idealizzante o puramente fantastica.