31 luglio 2014: Appunti giugno-luglio

Dal 14 al 21 giugno trascorriamo una settimana a Positano in località Montepertuso, un posto incantevole, tra montagna e mare, tra varietà di colori e fragranza di profumi; gli abitanti della costiera affabili, sempre pronti alla narrazione gustosa e appassionata; cordialità spontanea, somma cortesia di vecchi che lavorano nell’orto. Non appartiene a noi del Nord questa antica, civile umanità. Studio le Satire di Orazio.
 

Nel viaggio di andata a Positano sosta con pernottamento ad Anagni, 13 giugno. Sabato 14 giugno a Sorrento, luminosissima. Visitato il delizioso Museo Correale: piacevoli gli acquerelli di Giacinto Gigante (Napoli 1806-1876). Belle chiese barocche. Mi faccio fotografare davanti alla casa dove è nato Torquato Tasso.

Nel viaggio di ritorno, 21 giugno, sosta a Cortona per la visita della nobile cittadina e del Museo Diocesano che conserva l’Annunciazione prodigiosa di Beato Angelico.

A Roma il 25 giugno con i cugini francesi Michel e Muriel Ormanni. Visitata la mostra al Colosseo: La biblioteca infinita. I luoghi del sapere nel mondo antico. Acquistato il catalogo.

Ho pubblicato oggi 30 giugno su questo sito il saggio: Le fonti di Donato Calvi per la redazione dell’Effemeride: testo rivisto e aggiornato della relazione che ho tenuta al Convegno su Donato Calvi il 9 novembre 2013, in occasione del quarto centenario della nascita del religioso bergamasco.

Il lungo processo della mia vita intellettuale è una lenta liberazione da tutte le astrazioni che mi hanno impedito, come un velo, di vedere la concreta, reale, solida verità, bontà e bellezza di ogni cosa. In questo processo l’arte è stata una guida: essa mi costringe a vedere l’universale nel particolare, l’ideale nella concretezza della materia.

Portato a termine il lavoro su Calvi, posso ora ritornare a Orazio. Continuo lo studio delle Satire avviato a Positano. Scopro sempre qualcosa di nuovo, come questo verso sfuggitomi anni fa: «Brundisium longae finis chartaeque viaeque est» (Satire I, 5, 104). Charta, papiro, qui come sineddoche a indicare la composizione. Giunti a Brindisi, ha termine il viaggio, finisce la narrazione che il poeta ne ha fatta, ed è finita pure la carta servita per la redazione del carme.

Per godere della vista sui colli Sabini e sui colli Albani, come ne godeva Mecenate dalla sua alta casa sull’Esquilino, dovrei salire in cima al campanile di Santa Maria Maggiore. Lo farò, se avrò la fortuna di incontrare un sagrista comprensivo della mia pazzia (Orazio, Odi III, 29).

Spatiari, passeggiare, in Orazio Sat. I, 8, 14-15: «Nunc licet Esquiliis habitare salubribus atque / aggere in aprico spatiari». Poi in Boccaccio spaziare, passeggiare; il tedesco spazieren, passeggiare, il verbo più amato da mio padre. Ricordo delle nostre lunghe passeggiate, Spaziergänge, da Steinmaur sino al Reno.

L’amico don Massimo Maffioletti mi invia una citazione di Gustav Mahler, di cui condivido pienamente il senso: «La tradizione è la salvaguardia del fuoco, non adorazione della cenere».

Mostra di Paolo Veronese a Verona, sino al 5 ottobre. Da vedere.

Richiesto di dare qualche consiglio in vista di una sua imminente ricollocazione, nei giorni 4 e 7 luglio ho compiuto un sopralluogo alla biblioteca del prof. don Sergio Colombo, lasciata in eredità alla Comunità di Redona (Bergamo). Ho trascorso ore proficue e felici, solo, tra i libri di don Colombo, che per un anno, 1971, fu mio ammiratissimo professore di teologia morale.
Per dare consigli adeguati, ho voluto capire con quali criteri e per quali motivi don Colombo ha dato alla sua biblioteca quel singolare e personale ordinamento che vi ho colto dal primo sguardo. Convinto, dopo attenta osservazione, che quell’ordinamento non è casuale, ma che riflette il percorso intellettuale di don Colombo, che è stato funzionale ai suoi interessi, alle sue pratiche di lettura e al suo metodo di lavoro, ho consigliato di ricollocare i volumi nell’ordine originario che essi hanno nello studio del professore. Così è stato fatto, con grande impegno e lodevole accuratezza. Ora la biblioteca è conservata in una sala della Casa parrocchiale di Redona. Verrà catalogata in CEIBib, il sistema informatico di catalogazione adottato dalle biblioteche ecclesiastiche, le cui schede sono visibili anche in SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale). La biblioteca merita di entrare nell’Indice catalografico nazionale: per il 60% è composta da testi di teologia, antropologia e letteratura in lingua francese, che ritengo rare, se non assenti, nelle biblioteche italiane. La raccolta di opere e saggi dedicata alla coppia Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre, studiata da don Colombo per la sua tesi di laurea, e all’altra famosa coppia francese, Raissa e Jacques Maritain, è di notevole interesse bibliografico, penso unica in Italia per numero e qualità dei titoli.

Ho aggiornato oggi, 14 luglio, il sito web di Archivio Bergamasco:http://www.archiviobergamasco.it/

Hesse, Siddharta, Adelphi 1991 (prima ediz. orig. 1922): «pensare, aspettare, digiunare»; poi «contemplare», «ascoltare…senza passione, senza desiderio, senza giudicare, senza opinioni», infine «amare».

Partiti da Lizzola (Alta Valle Seriana), siamo saliti oggi, 15 luglio, al Passo della Manina. Con noi anche Elena. Sbucati al Passo, improvvisa vista di una magnifica Presolana, indiscussa regina delle nostre Orobie. Splendida fioritura di botton d’oro e rododendri.

Platon Karataev, analfabeta, contadino, uomo semplice, prima di coricarsi recita ogni sera questa preghiera: «Come una pietra, buon Dio, fammi dormire; come un bel pane fresco fammi alzare» (Tolstoj, Guerra e pace, Garzanti 2014, p. 1175). Tanto breve quanto vera, spontanea, poetica.

Mostra di Dosso Dossi al Castello del Buonconsiglio di Trento. Da vedere, nel ritorno visitare Arco (Dürer).

Visitata oggi 17 luglio la mostra a Palazzo Strozzi: Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della maniera. Acquistato il catalogo. Oltre alla mostra visitate bene la Chiesa di Santa Maria Novella e la Chiesa di Santa Trinita.

I baci di Kalama: «La tua bocca è come un fico appena spezzato» (Hesse, Siddharta, Adelphi 1991, p. 78). Echi della poesia del Cantico dei cantici: «Mi baciasse con i baci della sua bocca! Davvero il tuo amore è inebriante più del vino!» (1,1); «Turgido favo le tue labbra, sposa, miele e latte la tua lingua» (4, 11).

Il Cantico dei cantici è una delle poesie più sublimi, fantastiche ed emozionanti della letteratura universale. Patetici i commenti degli esegeti ortodossi che han voluto spiegare questa composizione come una allegoria dell’unione di Dio col suo popolo o di Cristo sposo con la sua Chiesa.

«No, l’uomo che cerca veramente, l’uomo che veramente vuol trovare, non può accogliere nessuna dottrina. Ma quell’altro uomo, quello che ha trovato, quello può salutare con gioia ogni dottrina, ogni via, ogni meta: quello, più nulla lo separa dalle migliaia di quegli altri che vissero nell’eterno, che respirarono il divino» (Hesse, Siddharta, Adelphi 1991, p. 130).

Finita oggi 29 luglio la lettura di Guerra e pace, iniziata il 29 maggio, sospesa nei primi quindici giorni di luglio per la lettura del carteggio tra Hermann Hesse e Thomas Mann.