25 dicembre 2013: letture natalizie, poi Bach
Al mattino letti i primi tre sermoni del Natale di papa s. Leone Magno (Il mistero del Natale, a cura di Andrea Valeriani, s.l., Edizioni Paoline, 1965, senza testo latino a fronte). Bella la considerazione su Maria, Vergine regale, destinata ad essere feconda di santa prole che “concepisce il figlio, Uomo-Dio, prima con la mente che col corpo” (p. 62). Alta teologia dell’Incarnazione, della Grazia, della dialettica luce/tenebre. La pienezza dei tempi. Tensione tra eternità e l’hodie, l’oggi della nascita del Salvatore. L’ultima età del mondo. Spunti notevoli per la concezione del tempo nel Cristianesimo. Da tenere presente per future ricerche e osservazioni.
Letta nel pomeriggio la predica di Lutero sul Vangelo nella Messa di Natale (Lutero, Scritti religiosi, a cura di Valdo Vinay, Torino, UTET, 1967, pp. 535-564). Senso storico e letterale, senso allegorico, senso morale, senso anagogico: l’esposizione di Lutero sfrutta tutte le possibilità del testo, e della tradizione esegetica, per porre l’ascoltatore (lettore) di fronte al quesito fondamentale, esistenziale: – Che significato ha per me, oggi, in questo momento, per la mia vita, quanto è accaduto a Betlemme? -. Nel condurre l’ascoltatore a comprendere il significato esistenziale, “per te, ora”, della parola evangelica, Lutero è maestro impareggiabile. Sa essere maestro perché già egli, prima di proporla ai suoi ascoltatori, ha compiuto un’esperienza personale ed esistenziale, che fu per lui sconvolgente, della lettura del testo, “meditato, guardato con attenzione e preso profondamente a cuore” (p. 537).
Ascoltato questa sera l’Oratorio di Natale di Bach. Anni fa mi attraevano gli squilli festanti delle trombe. Ora imparo a cogliere le particolarità musicali di ciascun brano. Apprezzzo il basso continuo e gli spunti più belli dei recitativi, dove parole e melodia vivono di sorprendenti corrispondenze. La Quinta Parte è una teologia del cuore e della luce, una musica dell’interiorità illuminata dalla Grazia. «Dove è il neonato re dei Giudei?», chiedono i Magi venuti dall’Oriente, un coro dal ritmo incalzante, un «wo», dove?, ripetuto, pieno di curiosità. «Cercatelo nel mio cuore. Qui egli abita, per la gioia mia e sua», risponde un lento e dolcissimo contralto.
Una intensa poesia religiosa del cuore, dalla cui sorgente scendono le acque limpide e dissetanti di Bach, è già in Lutero: «Ach mein hertzliebes Jhesulin/ mach dir ein rein sanfft bettelin/ zu rugen jnn meins hertzen schrein/ das ich nimer vergesse dein» (O dilettissimo caro Gesù, fatti un lettino morbido e puro per riposare dentro il mio cuore così che io mai ti dimentichi; Lutero, Lieder e prose, Milano, Mondadori, 1983, p. 68).
Il nostro presepe, allestito in cucina.