17 dicembre 2013: Presentazione del libro di Andrea Gibellini
L’amico Andrea Gibellini mi ha chiesto di scrivere la “Presentazione” del suo libro, uscito in questi giorni per le Edizioni Bolis di Bergamo, dal titolo: Cronaca ragionata di una campagna elettorale. Elezioni politiche 2013.
Questo il testo della mia “Presentazione”:
Diciamo subito che questa non è una cronaca giornalistica della campagna elettorale per le elezioni del Parlamento Italiano, svoltesi il 24 e 25 febbraio 2013. Pochissimo spazio è dato a resoconti aneddotici, a fatti che vengono evocati più per l’intrattenimento piacevole o per la sensazione superficiale e passeggera che non per offrire materia di pacata analisi e utile riflessione. Il carattere di questa cronaca è già espresso bene nel titolo: vuole essere una cronaca “ragionata”. Nelle intenzioni dell’autore, che raggiunge brillantemente lo scopo, “ragionare” intorno alla campagna elettorale2013 havoluto significare mettere in campo una serie di elementi formali e contenutistici che hanno conferito alla pur avvincente narrazione, il libro si fa leggere tutto d’un fiato, una connotazione obiettiva e personale, ricchezza di informazioni e varietà di osservazioni: una narrazione quindi capace di stimolare il lettore a continuare un suo proprio “ragionamento”, essendo questa la finalità di ogni buon libro.
Provo dunque ad elencare quali sono, a mio avviso, questi elementi formali e contenutistici che contraddistinguono questa cronaca “ragionata” della campagna elettorale 2013.
In primo luogo una scrittura chiara, essenziale, precisa nel lessico, attenta nella spiegazione efficace di alcuni aspetti giuridici propri di una consultazione elettorale; poi un voluto, certo distacco dai fatti narrati che fa guadagnare all’autore obiettività e serenità, qualità non certo tra le più amate nel dibattito politico contemporaneo; colpisce anche positivamente la volontà, fermamente perseguita, di presentare le varie posizioni degli schieramenti politici in competizione riportando le argomentazioni direttamente formulate dai leaders dei vari partiti piuttosto che le reazioni, sempre volutamente deformate, degli avversari.
Le fonti utilizzate dall’autore sono i resoconti della stampa, i dibattiti televisivi, i discorsi tenuti dai principali membri di partito, ma anche l’esperienza diretta di incontri, colloqui, fatti ed eventi che vivacizzano una campagna elettorale, colta dal punto di osservazione della città di residenza dell’autore, Bergamo.
In ogni campagna elettorale, e soprattutto in Italia dove immaginazione e fantasia non fanno certo difetto, oltre al contendersi degli uomini c’è anche un contendersi di alcune parole che assurgono a valore simbolico e che hanno una forte presa sul pubblico. Sono neologismi originati quasi sempre da figure metaforiche. Ricorderemo la campagna elettorale 2013 per la salita in politica, per l’onda rosa, per la stampella, per lo tsunami, per l’agenda, per le primarie, per le parlamentarie, per lo spread, per il voto utile, per la desistenza, per l’IMU, per la rete, per il redditometro: anche se quest’ultima parola è parsa ad un certo punto della campagna elettorale, come ironicamente nota l’autore, figlia di nessuno. L’autore è abile nel far interagire, quasi personificandole, queste parole-simbolo, rendendole protagoniste della campagna elettorale, fornendo di ciascuna la pertinente e opportuna spiegazione (ciò è importante per i futuri storici), dando conto del contesto in cui sono state forgiate, e riservando per alcune di esse addirittura il titolo di un capitoletto. Come già diceva Plutarco gli uomini si appassionano e combattono spesso più per le parole che per le cose.
L’autore non manca di dare rilievo a fatti di rilevanza sia nazionale sia internazionale avvenuti nel periodo della campagna elettorale e sulla quale possono aver esercitato una certa influenza, come la guerra nel Mali, le parole del cancelliere britannico David Cameron sulla permanenza o l’uscita dall’Unione Europea, lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena, la celebrazione del Giorno della Memoria, il crollo della Borsa del 4 febbraio, l’abdicazione di papa Benedetto XVI, il viaggio del Presidente Giorgio Napolitano negli Stati Uniti.
Costante attenzione è riservata da Andrea Gibellini, figura notissima nel mondo bancario e finanziario per essere stato dapprima ai vertici della Banca Popolare di Bergamo e del Credito Varesino e successivamente Direttore Generale dello I.O.R., ai temi economici, all’andamento delle borse e del mercato, alle problematiche connesse alla perdurante e grave crisi economica italiana. La sua cronaca è intessuta di osservazioni puntuali d’ordine economico, che obbliga autore e lettore a non inseguire troppo facili divagazioni retoriche e fantasiose ma a rimanere ancorati a un sano pragmatismo, capace di vedere e di interpretare la realtà politica e sociale italiana ed europea.
Un sottile filo conduttore lega tutta la cronaca “ragionata” della campagna elettorale qui narrata. Si tratta della concezione intellettuale, morale e politica dell’autore, che ha il suo vero e unico fondamento nel costante perseguimento, cui dovrebbero concorrere tutte le forze politiche e sociali, del bene comune della nostra Nazione, con la conseguente messa al bando di egoismi individualistici o corporativi, di pregiudizi, di ideologismi, di eccessivi personalismi. Questo filo conduttore ci viene offerto quasi ad ogni pagina senza alcuna ampollosità, con grande modestia, con sapienti aforismi, come questo, che annoto volentieri: «I calcoli politici di convenienza a fare qualcosa che giovi al partito di appartenenza o, peggio ancora, che torni di utilità ad una oligarchia di partito o di governo o di parlamento non fanno bene alla politica e possono provocare risentimenti che danneggiano la democrazia».
Se letta con questo spirito, che è quello dell’autore, questa cronaca “ragionata” può diventare per il lettore un piccolo corso di educazione civica in atto. Educazione di cui il nostro Paese ha molto bisogno.